I pensieri volano al menù di un diverso Natale ma, credo, che la cosa bella sia quella che ancora riusciamo ad aver voglia di fare. Non è scontato e neanche così semplice come si pensa dopo un anno del tutto sconvolgente. Sono convinta, però, che non tutti gli sconvolgimenti facciano poi così male.
Da quando mia nonna non c’è più , anche se la tavola si riempie, io riesco sempre a percepire quella sedia vuota che avrebbe occupato con la sua mole statuaria e il grembiule pieno di macchie. Questo vuoto i giorni di Natale si fa sempre più acuto, più personale anno dopo anno accarezzando tutte le fasi della donna che sono e che sono stata. I nostri pranzi di Natale sono molto “grassi”: lesso, tortellini in brodo, crostini con la salsa nera toscana e chi più ne ha più ne metta. Il menù è rimasto lo stesso di quando c’era lei, in realtà è sempre stato questo da che la mia mente può organizzare i ricordi. Così in un pomeriggio di pioggia ho pensato a dove potessi almeno salutarla prima di Natale, in quale punto della casa cercarla e fingere che potesse ancora essere lì vicino a me. Automaticamente ho iniziato a preparare il latte sul fuoco con l’acqua, lo zucchero, la panna e le spezie; ho aspettato che bollisse e poi via subito in gelatiera. A fine serata, quando la granita era pronta, mi sono messa ad assaggiarla davanti al camino. Molti pomeriggio abbiamo passato così, lei ed io, nella cucina davanti a un fuoco scoppiettante. Lei con i suoi mille maglioni, che adesso sono i miei, ed io con le mani sporche d’inchiostro a leggerle quello che scrivevo. Mentre gustavo questa Granita Natalizia sono riuscita a sentirla un po’ più vicino e, anche se so, che avrebbe sicuramente scelto il pandoro a fine pranzo di Natale sono fiera della mia granita con alcuni dei miei sapori del cuore gustata vicino al nostro posto del cuore.